Unposted, il docu-film sulla vita dell’influencer Chiara Ferragni uscito il 17 settembre e rimasto nelle sale cinematografiche per soli tre giorni, è stato visto da oltre 160000 persone e ha incassato 1,6 milioni di euro, entrando nella storia del cinema italiano.
Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza!, il libro della corteggiatrice di Uomini&Donne nonché influencer Giulia De Lellis, che tratta del tradimento del suo ex-fidanzato, è attualmente uno dei più venduti nelle librerie italiane e già un mese e mezzo prima dell’uscita, 17 settembre, era schizzato al primo posto della classifica delle opere più vendute in pre-order di Amazon.
E’ la cultura del nulla, del vuoto cosmico, del consumo.
Perché? Siamo una generazione di ignoranti? Di stupidi? Non abbiamo valori, idee? Può darsi, e di certo è la spiegazione più facile ed immediata che si può trovare. Criticare è facilissimo, ma sterile. C’è di più.
Siamo la generazione delle disillusioni. Siamo quelli cresciuti viziati, iper-protetti, con la favola del progresso, del benessere, del “non potrebbe andare meglio”. Siamo quelli cresciuti con l’aspettativa di un mondo che accogliesse tutti a braccia aperte, un mondo pronto a rialzarci se per sbaglio fossimo caduti. Siamo quelli che ad un certo punto hanno dovuto aprire gli occhi, e guardare in faccia una realtà che abbiamo stentato a riconoscere; quelli che hanno ricevuto in eredità un mondo pericolante e pericoloso, ormai in pezzi, completamente da ristrutturare.
Ci sono piovute addosso tante e troppo grandi responsabilità che non ci siamo sentiti all’altezza di fronteggiare, ci siamo spaventati e abbiamo pensato fosse meglio girarsi dall’altra parte. Ѐ più rassicurante leggere che Giulia De Lellis è sopravvissuta nonostante le corna piuttosto che interrogarsi sui problemi della nostra attualità e del nostro essere. Ѐ più rilassante mangiarsi i pop-corn davanti a Chiara Ferragni che spiega come fare i milioni con Instagram piuttosto che davanti a qualche video dell’Amazzonia che brucia o di gente che affoga. Abbiamo deciso di optare per il disinteresse, di rinunciare al pensiero critico e impegnato.
Per quanto? Per quanto ancora abbiamo intenzione di rimanere chiusi nelle nostre inespugnabili tane con il prosciutto sugli occhi e gli AirPods nelle orecchie ignorando tutto ciò che succede intorno a noi? Quando capiremo che disinteressarsi a noi stessi e al nostro futuro equivale ad un suicidio?
Ѐ il momento di uscire allo scoperto, senza paura di avere paura, di farsi carico dei debiti forse insanabili che ci sono stati lasciati e di reagire. Ѐ il momento di farsi sentire, di alzare la voce, anzi di urlare a squarciagola per frantumare la campana di vetro che noi stessi ci siamo costruiti intorno per proteggerci da un mondo che tanto ci spaventa. La soluzione non è nascondersi, non è far finta di niente e rassegnarsi: è acquisire la consapevolezza e accettare la responsabilità che solo noi possiamo e dobbiamo ricostruire la nostra realtà, il nostro futuro.
Nel 1923, partendo dal presupposto molto vero all’epoca e troppo vero ora che “La vita attuale è inquinata alle radici”, uno scrittore leggermente più esperto di Giulia De Lellis, noto come Italo Svevo, vedeva un unico epilogo possibile per un simile mondo:
“Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.”
Troviamo il coraggio di riscrivere il finale.