Il nuovo metodo di controllo degli studenti universitari durante gli esami è tristemente distopico. Il sistema Respondus Lockdown Browser, introdotto da ieri in tutti gli esami dell’Università di Parma, è un gravissimo passo verso uno stato di totale controllo dello studente e viola ogni standard di protezione della privacy. Questo software, oltre a bloccare l’accesso ad altre applicazioni, registra costantemente lo studente in tutte le sue attività e tramite intelligenza artificiale produce un report sul suo comportamento durante l’esame. Lo studente è costretto a rimanere immobile, fissare il computer, non fare movimenti sospetti, come avesse un’arma puntata, pena l’esclusione dall’esame.
Oltre a ciò, lo studente non può conoscere il vero funzionamento del programma (che è proprietario) e non ha alternative: o ti fai controllare, o non ti laurei. Non conosciamo inoltre la motivazione che porta il software a richiedere l’accesso ai nostri file personali, e soprattutto cosa faccia con essi. Potremo in futuro venire esclusi se abbiamo appunti nei download? Se abbiamo film piratati? Se il computer non è nostro? La linea del giusto e dello sbagliato è sempre più sottile.
Naturalmente, il software non è compatibile con tutti i dispositivi: chi possedesse un device Android o Linux (sistemi operativi più aperti e sicuri dal punto di vista della privacy) non potrà svolgere esami. Le macchine virtuali, che sopperirebbero al problema, non sono permesse.
Il prezzo da pagare per questa parvenza di controllo dei copiatori è però molto alto: i dati del video, per essere analizzati, vengono dati in mano ad una società privata (Respondus, appunto, e dalla nota integrativa UniPR pare che vengano inviati anche ad AMAZON AWS). Troviamo fortemente ingiusto che gli studenti debbano, come sempre, sopperire alle mancanze del sistema universitario, venendo obbligati ad essere sorvegliati e a concedere ad una compagnia privata una quantità enorme di dati personali.
Siamo stufi di vedere come gli anelli più deboli della catena debbano subire le conseguenze di avvenimenti che, pur non essendo colpa di nessuno, potevano essere gestiti decisamente meglio.